29 Ottobre 2018

Oncochip, al via la seconda fase: interesserà ovaio, mammella e colon

«L’Italia – ha detto il Ministro Giulia Grillo – ha bisogno di credere nella ricerca affinché si giunga a diagnosi e terapie sempre più efficaci»

Il Presidente di ACC, Ruggero de Maria annuncia la seconda fase della sperimentazione con Oncochip che coinvolgerà circa 4 mila Pazienti in una trentina di centri italiani per le neoplasie di ovaio, mammella e colon

Milano, 29 ottobre 2018 – È iniziato questa mattina a Milano il 3° Meeting di Alleanza Contro il Cancro, la rete oncologica nazionale cui sono associati 25 IRCCS – tra cui il San Raffaele, che ospita i lavori – Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Cnao, Italian Sarcoma Group e AiMaC.

Il meeting dei record (oltre 400 gli iscritti) i cui lavori sono stati aperti dal ministro della Salute, Giulia Grillo, secondo la quale «Alleanza Contro il Cancro rappresenta un modello virtuoso di rete tra più soggetti per la ricerca oncologica nazionale, un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale per la ricerca traslazionale oncologica, come ministro, non posso che essere estremamente orgogliosa della vostra attività. State lavorando per trasferire l’innovazione tecnologica nella pratica clinica, in ogni ambito in cui la vostra azione possa avere un forte impatto sulla salute dei pazienti».

Il Ministro ha detto anche che «l’Italia ha bisogno di credere nella ricerca, nelle sue ricercatrici e nei suoi ricercatori, nel valore dell’innovazione perché si arrivi a diagnosi e terapie sempre più efficaci, valorizzando anche la formazione per gli oncologi e tutti i professionisti impegnati nell’ambito oncologico. Alleanza contro il cancro mette insieme la punta più avanzata del nostro mondo scientifico, il ministero della Salute ha sempre valorizzato la ricerca, ma sono certa che dobbiamo e possiamo fare di più.  Abbiamo bisogno di programmare oggi azioni in prospettiva, perché l’Italia sia sempre più innovativa. Dobbiamo continuare ad aprire le porte alla ricerca internazionale – ha aggiunto – perché il valore aggiunto che ne deriva in termini di miglioramento delle terapie non ha prezzo. La ricerca biomedica in ambito oncologico è il futuro».

Grillo ha concluso dicendo che «ll ministero della Salute è dalla parte della scienza e dell’innovazione, perché non c’è cura senza la ricerca. Mi impegno a supportare al meglio le vostre attività e a seguire le vostre scoperte che tanto sono necessarie non solo per il nostro Paese, ma per l’intera umanità».

Giovanni Leonardi, direttore generale Ricerca e Innovazione del Ministero della Salute, ha detto che la Rete Oncologica Nazionale, fondata nel 2002, è stata da traino per la costituzione degli altri network in seno al Ministero e che essa «non si pone come consorzio chiuso ma come associazione aperta alla collaborazione con altri istituti nazionali ed internazionali per la sfida comune contro il cancro. In particolare, data la mission fondamentale degli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico – ha aggiunto Leonardi – Alleanza Contro il Cancro si propone come infrastruttura per l’oncologia attorno alla quale aggregare altre realtà per la realizzazione di iniziative strategiche, come nel caso di ACC Genomics.

Importanti le novità emerse dalla relazione del Presidente, professor Ruggero de Maria: «Grazie al lavoro degli ultimi anni – ha detto – ACC è diventata il riferimento della ricerca oncologica traslazionale del nostro Paese. La collaborazione tra ricercatori, bioinformatici, anatomopatologi e oncologi – ha aggiunto – ha consentito di attivare il primo grande studio clinico italiano di genomica oncologica». I cui sviluppi, ha aggiunto il Presidente, sono imminenti: l’oncochip progettato da Alleanza Contro il Cancro – è un codice genetico costruito in laboratorio capace di individuare anomalie importanti nelle cellule tumorali – sarà sperimentato nel 2019 su circa 4 mila pazienti in oltre 30 centri italiani per i tumori di ovaio, mammella e colon». Ed è, questa, l’evoluzione del primo step di sperimentazione coordinato dall’IRCC San Raffaele su un migliaio di pazienti con neoplasia polmonare di tutto il Paese. La seconda fase della sperimentazione sarà svolta in una ventina di IRCCS associati alla Rete Oncologica e in una decina di Ospedali italiani.

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