4 Maggio 2021

Ricerca clinica, servono più risorse e un tavolo tecnico istituzionale

I principali gruppi di esperti che si occupano di sperimentazioni nel nostro Paese, tra cui ACC, hanno avanzato alle Istituzioni una richiesta scritta in cui vengono delineati i tre capisaldi per il rilancio della ricerca clinica a partire dai criteri per semplificare, armonizzare e velocizzare le procedure autorizzative, che richiedono tempi ancora troppo lunghi. E per procedere rapidamente è necessario istituire al più presto un tavolo tecnico istituzionale.

 

Se ne è parlato in una conferenza stampa alla quale, oltre ad ACC, hanno preso parte FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), Fondazione GIMEMA (per la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica sulle malattie ematologiche) e GIDM (Gruppo Italiano Data Manager). «Pur avendo poche risorse a disposizione, gli studi condotti in Italia hanno cambiato la pratica clinica a livello internazionale in diversi tipi di tumori, portando alla modifica di linee guida e raccomandazioni – ha detto il Presidente di Alleanza Contro il Cancro, prof. Ruggero De Maria -. E i lavori scientifici italiani in ambito oncologico sono tra i più citati al mondo, subito dopo quelli del Regno Unito. La ricerca clinica si muove verso modelli di generazione delle conoscenze scientifiche, anche attraverso i big data, che sempre più presuppongono la presenza di dati clinici originali e di archivi digitali, la disponibilità di piattaforme tecnologiche per la comunicazione, l’automatizzazione dei processi e l’applicazione dell’intelligenza artificiale». Risorse che sono state reperite per il Covid19. Proprio su questo punto, rispondendo a una specifica domanda, De Maria ha detto che se analogo impegno, mezzi finanziari e sfoltimento burocratico profusi e concretizzati per la pandemia fossero in qualche modo trasferiti sulla ricerca sul cancro, si riuscirebbe a cronicizzare la maggior parte dei tumori entro una decina di anni. Certo, il Covid – ha aggiunto – è stata una cosa improvvisa e soprattutto contagiosa. Ma non dimentichiamo che il numero di vittime che miete il cancro è enorme».

Paolo De Paoli, Direttore Generale di ACC, ha aggiunto che «il tema ‘digitalizzazione e innovazione’ rappresenta uno degli assi strategici attorno ai quali si sviluppa il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza conseguente alla pandemia.  È l’occasione per realizzare gli adeguamenti infrastrutturali necessari a compiere un ‘salto digitale’ anche in materia di ricerca clinica che vada al di là del contesto emergenziale e che sia il più possibile omogeneo e diffuso a livello nazionale, consentendo al Paese di affrontare in maniera competitiva le sfide e le opportunità che la ricerca clinica sempre più offrirà nei prossimi anni. E ciò anche valorizzando un Servizio Sanitario Nazionale universalistico, che continua a rappresentare una delle maggiori ricchezze e peculiarità del Paese. Inoltre, la digitalizzazione non riguarda solo gli aspetti tecnologici, ma anche quelli normativi, perché la ricerca ha esigenze di raccolta e utilizzo dei dati e di trasferimento alla clinica in tempi congruenti. Senza dimenticare – ha concluso – l’importanza della collaborazione in rete (ACC è la rete degli IRCCS oncologici) per raggiungere gli obiettivi comuni».

 

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